Sotto le onde del Mar Mediterraneo spagnolo si nasconde qualcosa di straordinario: il Natural Art Reef (NAR). Questo progetto a conduzione familiare è una collezione di più di 400 strutture naturali coralline che portano il potere rigenerativo dell’oceano nella natura, nell’arte, nella scienza e anche nel turismo.
Abbiamo parlato con Max Rota, cofondatore del progetto, per saperne di più sulla missione, i metodi e la magia del NAR e su come tutti noi possiamo contribuire a proteggere ciò che amiamo.

Salvare l’oceano attraverso le generazioni
Il legame della famiglia Rota con l’oceano e le sue vitali barriere coralline abbraccia tre generazioni.
Max racconta: “La subacquea ha sempre fatto parte della nostra storia. Mio nonno si immergeva già nel Mediterraneo quando pochi lo facevano”. Max attribuisce a suo padre, Miquel, il merito di avergli insegnato che scienza e passione possono coesistere. “È da lì che è iniziato tutto. Ha creato il NAR per realizzare il suo sogno di rendere il Mediterraneo un luogo più vivo. Tutto è iniziato con la coltivazione di rocce vive per acquari. Mio padre è stato uno dei primi in Spagna a farlo e si è reso conto che questa attività poteva essere ampliata, non per abbellire, ma per creare un acquario vivente per il mare stesso”.

Ripristinare l’oceano, una barriera naturale alla volta
Oggi, il Natural Art Reef è un’associazione no-profit in crescita, con la missione di ripristinare gli ecosistemi marini utilizzando barriere naturali che incrementano la biodiversità e fungono da laboratori viventi per la ricerca e la protezione degli oceani.
Finora, il team ha installato tre parchi corallini a diverse profondità e per diversi habitat. Ognuno di essi fornisce informazioni uniche su come gli ecosistemi rispondono e si riprendono. Queste strutture naturali coralline servono anche a molti altri scopi, tra cui:
- Ormeggi ecologici
- Parchi per la ricostruzione
- Promozione di nuove aree protette
- Una barriera corallina artificiale che sa di casaPosizionamento di sensori per ottenere dati in tempo reale

Una barriera corallina artificiale che sa di casa
Quando la maggior parte delle persone pensa a strutture coralline artificiali, immagina vivai di coralli tropicali o relitti di navi. Tuttavia, nel Mediterraneo le cose sono diverse.
Spiega Max: “Tradizionalmente, qui le barriere artificiali sono state utilizzate come deterrenti per la pesca, per attirare pesci o come frangiflutti, spesso con forme semplici e innaturali, e con una scarsa attenzione all’ecologia”.
Invece, grazie a una missione basata sulla sostenibilità e su una filosofia che la natura conosce bene, le strutture naturali coralline utilizzate dal NAR imitano gli habitat subacquei reali. Dal momento che il team ha una prospettiva subacquea, questo permette loro di osservare il comportamento, i movimenti e l’interazione della flora e della fauna marina, in modo da poter progettare tipi di barriere su misura per obiettivi ecologici.
L’approccio naturale al ripristino della barriera corallina
Max dice: “Non si tratta di gettare strutture in acqua. Si tratta di progettare lo spazio in modo che risulti naturale, utile e familiare per la flora e la fauna marina. Abbiamo deciso di creare strutture coralline che non fossero solo artificiali, ma naturali nella forma, nella struttura e nel materiale”.
Quando la natura riconosce un habitat, lo popola velocemente. Questa è la magia”.
Max Rota
Per fare questo, sono stati i primi a utilizzare il carbonato di calcio marino, lo stesso materiale che forma gli scheletri dei coralli e le conchiglie.
Max continua: “Non è solo un materiale rispettoso dell’ambiente, è anche ecologicamente significativo. Evitiamo le forme artificiali e utilizziamo invece forme organiche e irregolari che assomigliano a vere e proprie scogliere rocciose, favorendo il flusso dell’acqua, la disponibilità di rifugi e la colonizzazione. Il risultato è una struttura che diventa parte dell’ecosistema”.
El Biotop: la prima barriera corallina naturale del suo genere
El Biotop, il progetto più grande e iconico di Natural Art Reef, si trova a 34 metri di profondità al largo della costa catalana, a circa un’ora a sud di Barcellona.
Max ricorda di aver avuto l’ispirazione durante un viaggio con la sua famiglia nel Mar Rosso: “Ci siamo immersi su un incredibile pinnacolo sommerso. Eravamo stupiti di come la vita prosperasse in una struttura così naturalmente verticale e complessa”.
Per la famiglia Rota, El Biotop è stato un punto di svolta nella comprensione e nell’implementazione delle infrastrutture blu. Max ci dice: “Potremmo dire che è la prima al mondo di questo tipo. È una montagna fatta di rocce naturali, alta quanto un edificio di quattro piani e con una superficie come quella di un campo da calcio”.

Un punto di svolta per la protezione marina
Dalla sua creazione, El Biotop è diventato un santuario per oltre 300 specie marine del Mediterraneo, molte delle quali protette o in pericolo. È una nursery, una zona di alimentazione e persino una cleaning station. I mola mola visitano regolarmente quella che è diventata la loro “spa naturale”.
Max ci rivela un segreto: “La cosa più sorprendente? Migliaia di coralli hanno iniziato a riprodursi naturalmente, senza trapianti o metodi artificiali. Questo è il potere di lasciare che la natura prenda il sopravvento quando le condizioni sono giuste”.
Utilizzando materiali e metodi di installazione a basso impatto e collaborando con altri scienziati, Natural Art Reef si assicura che queste strutture permettano alla biodiversità e agli ecosistemi locali di prosperare nel tempo.
Inoltre, i parchi della barriera corallina del progetto NAR costituiscono un punto di riferimento per l’ecoturismo spagnolo. I subacquei e altri avventurieri dell’oceano possono sperimentare la bellezza del Mediterraneo e allo stesso tempo imparare l’importanza delle barriere coralline e della protezione marina.

Immergersi per proteggere le strutture naturali coralline
Nel 2002, Miguel – il padre di Max – ha fondato il centro M. Rota Diving per rendere i progetti di Natural Art Reef accessibili a tutti.
Max continua: “È un centro sub che è sempre stato più di un semplice luogo per immergersi, è un ponte verso la protezione marina e il restauro. È il nostro modo di invitare le persone a unirsi alla nostra causa e a essere ‘parte dell’oceano'”.
Infatti, M. Rota Diving è ora un PADI Five Star Instructor Development Center, specializzato in immersioni adattive e protezione marina. Dal porto di Torredembarra, i subacquei possono vedere in prima persona il potere rigenerativo di strutture naturali coralline come El Biotop imparando, al contempo, a conoscere gli ecosistemi che stanno esplorando.
Unire scienza e passione
Grazie a programmi di scienza partecipata, il M. Rota Diving e il NAR stanno insegnando ai subacquei come raccogliere dati ecologici, monitorare la vita marina e persino come partecipare agli sforzi di restauro, in modo da contribuire ad affrontare le minacce alle barriere coralline.
Max afferma: “Le persone che si sono immerse con noi fin dall’inizio fanno parte della nostra storia. Hanno assistito all’intero processo, fin dalle prime “pietre” posate e hanno contribuito a rendere tutto questo possibile. Non saremmo dove siamo senza coloro che hanno creduto nella nostra visione e hanno scelto di immergersi con noi. Ecco perché crediamo che il coinvolgimento non sia solo possibile, ma essenziale”.
Partecipa anche tu al cambiamento per l’oceano
Rendendo il mondo sommerso accessibile a tutti, i PADI Mission Hub, come M. Rota Diving, stanno permettendo alle persone di tutto il mondo di sperimentare, esplorare e proteggere il nostro pianeta blu. Unita dalla convinzione che un equilibrio tra genere umano e oceano sia possibile, la comunità Torchbearer sta guidando un potente movimento per intraprendere azioni locali con un impatto globale.
Sei pronto a creare un #OceanChange, un cambiamento a favore dell’oceano? Trasforma la tua passione in uno scopo facendo la promessa da Torchbearer e cercando attività di protezione marina nella tua zona.
Letture correlate
- Perché amiamo le barriere coralline
- Turismo rigenerativo e turismo sostenibile: qual è la differenza?
- Ecco come imparare a immergerti può contribuire a salvare l’oceano
- Corsi di specialità che ti daranno gli strumenti per salvare l’oceano
- 10 Amazing Underwater Museum Dives . Inglese
- 5 Easy Ways To Support Marine Life Conservation – Inglese
