Spesso, nella vita di tutti i giorni, sentiamo la frase “dove c’è la volontà c’è la strada”. Questa frase viene usata per indicare il desiderio di una persona di raggiungere un obiettivo che sembra impossibile. Per le persone con disabilità, che siano congenite, oppure acquisite a causa di malattie o incidenti, superare situazioni difficili diventa parte della vita di tutti i giorni.
Per riuscire a sopravvivere, diventa necessario imparare a adattarsi a nuovi modi di portare a termine determinati compiti. Questo comprende la partecipazione ad attività fisiche e allo sport. Le persone con disabilità vogliono mantenersi in buona forma fisica e mentale, oltre a sfruttare i vantaggi terapeutici tipici dell’esercizio fisico. La subacquea non solo offre la possibilità di accedere al mondo sommerso, ma anche vantaggi che possono arricchire le vite dei portatori di handicap.
Rhia Weinhaus è un PADI Instructor che vive negli Stati Uniti. Ha conosciuto Kevin Pannell, il suo socio d’affari, in un gruppo subacqueo per feriti di guerra, chiamato Valhalla Dive Group. Il programma offre la possibilità a vittime di amputazione, paraplegici, quadriplegici e veterani di guerra affetti da PTSD di ottenere certificazioni subacquee. Kevin ha perso entrambe le gambe durante la guerra in Iraq e per lui la subacquea è un momento di sollievo. Avendo vissuto per trent’anni con un’amputazione bilaterale, l’acqua è stata la sua salvezza.
Rhia spiega: “Kevin e io ci siamo resi conto che non esistevano vere e proprie opportunità di immersione per i reduci di guerra feriti, quindi abbiamo aperto centro sub, chiamato Mouthbreathers, specificamente pensato per loro. Organizziamo immersioni a livello locale ed eventi sociali per subacquei reduci di guerra e per i loro conoscenti.”
“Abbiamo scoperto l’incredibile potere terapeutico dell’assetto neutro. Non solo permette una maggiore mobilità, ma riduce il dolore in modo significativo. Per chi soffre di dolore da tanto tempo, questo genera sollievo e un senso di euforia impossibile da sperimentare in qualsiasi altro situazione.”
E conclude: “Poter collaborare nel programma PADI Adaptive Support Diver è stata una delle esperienze più entusiasmanti della mia vita. Lavorare con Kevin mi ha cambiato la vita. Quando ho iniziato a immergersi, non aveva le protesi: si immergeva usando solamente le braccia. Ora, grazie alle protesi, Kevin ha ottenuto le certificazioni PADI Advanced Open Water Diver e PADI Rescue Diver. È impossibile riuscire a spiegare veramente i vantaggi che la subacquea offre a chi vive con una mobilità limitata e in condizioni di dolore cronico.”
Ogni giorno, interagiamo con persone con disabilità. Alcuni sono portatori di disabilità fisiche, altri potrebbero sembrare completamente abili; tuttavia, ogni disabilità è unica e crea difficoltà difficili da superare.
Fin dalla nascita, Luke Menasco – PADI Open Water Diver – ha imparato a convivere con la paralisi cerebrale. Mantiene uno stile di vita molto attivo e, oltre alla subacquea, pratica lo sci, il kayak, va in bicicletta (su tre ruote o in tandem), nuota e, più di recente, pratica il surf adattato. Nella vita di tutti i giorni, la sua condizione influisce solamente sull’equilibrio e sulla capacità di camminare per lunghi tratti. È in grado ti gestire normali attività quotidiane, tra cui vestirsi, mangiare, lavorare, guidare, essere un marito e un padre di un bambino di sei anni.
Luke mi dice: “Mentre imparavo a immergermi, trovavo alcune abilità in piscina un po’ complesse, ma con la pratica e qualche soluzione alternativa sono riuscito a padroneggiarle. A causa della mia mancanza di equilibrio, camminare con tutta l’attrezzatura addosso è la situazione più complicata per me. Quando entro in acqua da un’imbarcazione, uso la tecnica della capriola all’indietro, non quella del passo gigante! Da riva, invece, mi faccio aiutare e indosso l’attrezzatura quando sono in acqua. Mia moglie è una Divemaster con una lunga esperienza, quindi sono sempre in buone mani.”
Conclude: “Soffrendo di paralisi cerebrale, ottenere una certificazione PADI è stato il mio più grande successo a livello fisico e ne sono molto orgoglioso. Vorrei che qualcun altro nella mia stessa condizione leggesse questo articolo e ne traesse motivazione per rendersi conto che anche loro potrebbero immergersi.”
In tutto il mondo, esistono molte organizzazioni e persone che cercano di rendere la subacquea accessibile a tutti, indipendentemente dal loro livello di abilità. Nel novembre 2017, padi ha lanciato un nuovo corso per i professionisti: la specialità PADI Adaptive Techniques. Questo programma fornisce ai professionisti e ai subacquei PADI ulteriori strumenti per aiutare gli studenti con varie disabilità a soddisfare i requisiti di esecuzione. Il corso di specialità PADI Adaptive Techniques non prevede una nuova serie di standard per i programmi PADI esistenti. Gli istruttori e i subacquei imparano alcune tecniche modificate che possono permettere a molti subacquei di soddisfare i requisiti di esecuzione e ottenere una certificazione PADI.
Syed Abd Rahman, un PADI IDC Staff Instructor che fa parte di un comitato consultivo che ha contribuito a sviluppare il corso di specialità PADI Adaptive Techniques, spiega come i professionisti PADI possono trarre vantaggio dall’apprendimento di tecniche adattate.
“Spesso, rimaniamo bloccati nel nostro stile di insegnamento e il corso di specialità Adaptive Techniques ci aiuta a interpretare gli standard da un nuovo punto di vista. Il corso insegna come adattare gli standard allo studente senza comprometterli e fornisce agli istruttori nuovi strumenti da utilizzare con tutti gli studenti. Per esempio, imparare come una persona paraplegica può eseguire con successo una risalita di sicurezza controllata nuotando (CESA) aiuterà gli istruttori a insegnare questa abilità a tutti i subacquei.”
Syed è anche il fondatore e il direttore di Kids Scuba e un ambasciatore per Diveheart Malayisia, un’organizzazione senza scopo di lucro per subacquei disabili.
Syed continua: “Nel corso della mia esperienza, mi sono imbattuto in due luoghi comuni: il primo è che esista una maggiore responsabilità quando si lavora con persone disabili; il secondo è che non esista un vantaggio commerciale nell’offrire questo tipo di formazione. La responsabilità non cambia: dobbiamo sempre applicare il dovere di diligenza.”
Secondo l’organizzazione mondiale di sanità, al mondo esistono circa un miliardo di persone che vivono con qualche forma di disabilità. Quindi, è molto probabile che, senza saperlo, la maggior parte dei professionisti PADI stia già lavorando con studenti che potrebbero trarre vantaggio da tecniche adattate.
Anche le persone abili non apprendono tutte allo stesso modo. Ogni subacqueo è unico; trovano difficoltà con alcune abilità e non con altre. Il corso di specialità PADI Adaptive Techniques aiuta i professionisti PADI a scoprire la flessibilità intrinseca degli standard PADI. Imparano quanto facile sia implementare tecniche per sfruttare i punti di forza dei loro studenti e per aiutarli a superare le loro difficoltà personali.
Bob Taradash, Executive Director di Patriots For Disabled Divers (PFDD), è un PADI Master Scuba Diver Trainer e Adaptive Instructor, impegnato ad aiutare veterani di guerra disabili a recuperare la fiducia nelle proprie capacità e a superare difficoltà mentali e fisiche attraverso il sollievo fornito dalla subacquea.
PFDD è un’organizzazione di beneficenza pensata per i veterani di guerra e dedicata a loro. Bob dice: “Siamo un gruppo di subacquei dedicati a far conoscere ai veterani con disabilità la gioia i vantaggi terapeutici offerti dalla subacquea. Ad oggi, abbiamo aiutato oltre 750 uomini e donne a sperimentare il senso di libertà offerto dal mondo sommerso.”
“La subacquea offre un ambiente unico, ricco di aspetti terapeutici che non si possono replicare su terraferma. Per cominciare, il senso di assenza di peso può dare sollievo per il dolore fisico. Inoltre, portare a termine una certificazione subacquea può aiutare una persona con disabilità a sentirsi più in controllo e a sperimentare un senso di successo. Se posso respirare sott’acqua, cos’altro riuscirò a fare? Inoltre, i nostri subacquei ci dicono che i vantaggi dal punto di vista mentale e il senso di pace offerti dal mondo sommerso danno loro la possibilità di concentrarsi esclusivamente sulla respirazione.”
“PFDD è composto da una rete di 14 centri sub affiliati in tutti gli Stati Uniti che offrono formazione ai nostri reduci di guerra disabili. Sono tutti PADI Five Star Center con istruttori formati principalmente per l’insegnamento ai subacquei disabili. Lavorano con i reduci di guerra per determinare il tipo di sostegno richiesto e offrire la formazione necessaria per diventare un PADI Open Water Diver.”
Uno studio condotto nel 2011 dalla Johns Hopkins University ha concluso che: “i reduci di guerra con lesione spinale che hanno frequentato un corso di certificazione subacquea della durata di quattro giorni hanno mostrato un miglioramento significativo nel movimento dei muscoli, una maggiore sensibilità al tocco sulle gambe, e una notevole diminuzione dei sintomi di PTSD.”
Sebbene superare difficoltà fisiche dia un enorme senso di soddisfazione, quando si tratta di sicurezza sott’acqua, è importantissimo comprendere e apprezzare i propri limiti personali.
Nael, una subacquea francese, ha iniziato a immergersi quando aveva 10 anni ed è diventata una PADI Rescue Diver. È nata affetta da una displasia bilaterale dell’anca e da un’ipermobilità articolare. Questo significa che le sue anche sono piatte e le ginocchia e i gomiti possono estendersi oltre i limiti ritenuti fisiologici (cioè, con un angolo di oltre 180 °). Inoltre, soffre di sindrome di Raynoud che influenza la temperatura delle mani.
Per immergersi, Nael deve iniziare a organizzarsi con alcune settimane di anticipo. Ci spiega: “Due o tre settimane prima di immergermi, devo interrompere le terapie, poiché non sono compatibili con le immersioni e potrebbero causare delle complicazioni mediche.”
“Durante le immersioni, per indicare il livello di freddo che sento, utilizzo specifici segnali manuali. Il primo livello significa: “Ho freddo.”; il secondo: “Le dita stanno diventando bianche, possiamo risalire un po’.”; il terzo livello significa: “Devo risalire immediatamente”. Questo rende la comunicazione con il mio compagno di immersione un fattore cruciale.
Vuoi partecipare anche tu?
È chiaro che la subacquea ha dimostrato di avere numerosi vantaggi nel campo della riabilitazione sociale e fisica di persone disabili, permettendo loro di interagire in uno stato di assenza di peso; molti ritengono che, una volta ottenuti la giusta attrezzatura e formazione, gli ostacoli e le limitazioni su terraferma, causate dalla loro disabilità, si attenuino notevolmente.
In un mondo dove tutto è possibile, le persone con disabilità scoprono nuovi modi per raggiungere i loro obiettivi e continuare a trarre tutti i vantaggi che il mondo sommerso può offrire. Non si tratta di quello che non puoi fare, ma di ciò che PUOI FARE! Non mollare mai, credi sempre in ciò che è possibile. La subacquea è per tutti!
Per saperne di più sul corso di specialità PADI Adaptive Techniques per i professionisti PADI e su quello PADI Adaptive Support Diver per i subacquei, visita padi.com.
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- È nato un subacqueo
- In inglese:
- Doctor’s Orders – Becoming Adaptive Buddies for Patients
- Torchbearer Spotlight: Dmitry Knyazev & Adaptive Diver Open Water Challenge
- The PADI Adaptive Techniques Specialty with Kids Scuba, Malaysia
Inoltre, ascolta l’episodio numero 5 della seconda stagione del PADI Dive Stories Podcast, nel quale è ospite Cody Unser, una subacquea che si immerge con tecniche adattate e PADI AmbassaDiver!